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Da Jingge Dong a Bruno Fantelli. Lo spazio utopico della rappresentazione in mostra alla Bevilacqua La Masa

Nel contesto di un dialogo sul tema, il curatore affiancherà alcune opere di maestri internazionali che si relazionano con la concettualità di questo processo formativo, creando così una sequenza alternata di “Mentor e Protégé” utile a determinare le provenienze e le destinazioni dell’arte contemporanea: Vincenzo Agnetti, Candida Hofer, Wim Wenders, Mario Nanni, Alessandro Sambini, Jacopo Negretti detto Palma il Giovane, Bonifacio De Pitati, Saverio Rampin.

Il progetto della mostra intende mettere in evidenza il concetto di spazio come luogo della rappresentazione, dal perimetro della tela alla dimensione ‘altra’ di un immaginario concettuale aperto al territorio e alle problematiche dell’ambiente. Lo spazio espositivo diventa ‘scena’, teatro di un percorso attraverso i differenti paesaggi dell’utile e del dilettevole. Un percorso che indaga il nostro universo visivo e traccia le linee guida di un vedere ‘oltre’, per l’affermazione delle procedure etiche e morali del vivere quotidiano. Le immagini che accompagnano queste sequenze visuali conformano la struttura del mondo: le città, le strade, l’acqua, la vita e la morte, nella necessità di una riproduzione che permuta con il vero, processi interscambiabili tra il reale e la sua dissoluzione.

L’esposizione vuole essere un percorso che mette in relazione i giovani artisti degli Atelier Bevilacqua con un tema, quanto mai attuale, sul rapporto tra lo spazio e la sua fruizione, tra la natura e la sua metamorfosi, tra il reale e l’apparente, tutto questo dentro ai linguaggi – differenti e nello stesso tempo sinergici – per un processo di destabilizzazione dei contenuti.

by Redazione

24/5/2021

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