
Jingge Dong folgorato dai giochi di luce in "White night – Landscape of chaos"
Ha preso l’ispirazione da un viaggio in bus, di notte, nel percorso tra Venezia e Marghera, folgorato dai giochi di luce di un grande impianto industriale che dietro ai finestrini, nella bruna notturna perdeva i contorni per diventare un’esplosione di luce. Impressioni che Jingge Dong ha fermato con la tradizionale tecnica pittorica su tele di grande formato, riunite nella mostra “White night – Landscape of chaos” allestita fino al 6 marzo alla galleria L’Ariete.
Nato nel 1989 a Pechino, Jingge Dong, dopo un Bachelor of Art dell’Università Normale di Shangai, e il Fine Art Master della Scuola di Laurea dell’Accademia d’Arte Nazionale Cinese, è arrivato in Italia per studiare all’Accademia di Venezia, preferendo colori e pennelli a linguaggi più innovativi e contemporanei. Ma la pittura in Cina è da diversi anni che ha trovato nuova vitalità e nuove forme di espressione. Per il giovane Jinggee Dong sono paesaggi astrali, emozionali, nati da suggestioni reali che perdono i contorni, in uno spazio indefinito e siderale, in un tempo sospeso.
“Ho fatto una serie di ricerche con il tema del caos come soggetto – spiega l’artista -. Il mio percorso creativo ne è stato molto influenzato, in particolare da una coincidenza: una sera, nel laboratorio di Forte Marghera, ci fu un blackout. In quel momento vidi il caos. Una visione fantastica. Tutti gli elementi che scoprivo al buio avevano un carattere comune. L’incertezza. Da allora, ho usato la riflessione per osservare la bellezza delle cose indefinite. La libertà e l’iniziativa influenzano le mie creazioni, che pur avendo dei riferimenti nel reale, partono da me e dalla mia immaginazione. Il dipinto è il mio dipinto”.
Paola Nardi
19/1/ 2019